Dammi una lametta che mi taglio le vene,
diventa bieca questa notte da falene,
promette bene, sì, promette tanto bene, ma, ma, ma, ma,
ma dammi una lametta che mi taglio le vene.
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Dammi una lametta che mi taglio le vene,
mi faccio meno male del trapianto del rene,
ti voglio bene, sì, ti voglio tanto bene, ma, ma, ma, ma,
ma dammi una lametta che ti schioppo le vene.
Parlo già da sola e disegno nell’aria,
certo ho faticato ma che goduria,
mi gioco tutto con candore e furia.
E allora stop, senti come affetta questa lametta,
da destra verso il centro, zac! Dall’alto verso il basso, zic!
Che gusto, che innesto.
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E allora stop, senti come taglia questa canaglia, ma che poltiglia.
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E allora stop, vivere in fretta, prendere al volo tutto conviene,
e dammi, dammi, dammi, dammi, dammi,
dammi una lametta che mi taglio le vene,
mi faccio meno male del trapianto del rene,
ti voglio bene, sì, ti voglio tanto bene, ma, ma, ma, ma,
ma dammi una lametta che, dammi una lametta che,
dammi una lametta che mi sparo le vene.